L’11 marzo 1924 nasceva Franco Basaglia, ispiratore della riforma che ha portato, con la legge 180, alla chiusura dei manicomi in Italia. Nell’anno del centenario dalla nascita anche in Valdinievole è stato promosso un evento per celebrare lo psichiatra che ha riportato l’attenzione sulla centralità della persona con disagio e non solo sulla sua malattia.
Il 26 ottobre, al Teatro Pacini di Pescia, su iniziativa delle associazioni degli utenti e dei loro familiari, rispettivamente Rosa Spina e Albatros, si assisterà a performance, produzioni multimediali, letture quale sintesi di un lavoro collettivo, che ha visto impegnati i laboratori del Centro Mah,Boh! afferente al servizio di Salute Mentale Adulti della Valdinievole, gli istituti scolastici Lorenzini, Sismondi-Pacinotti, Marchi-Forti e Anzilotti, le associazioni del territorio, con il supporto degli Enti locali, in particolare della Società della Salute della Valdinievole e del Comune di Pescia.
Entrata in vigore il 13 maggio 1978, la legge Basaglia sancì la chiusura dell’istituzione manicomiale, riformando il sistema di cura per il disagio mentale e segnando una svolta nel mondo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici, prima relegati all’isolamento ed alla coercizione. Con la legge 180 del 1978, si avvia un cambiamento radicale nel sistema di cura, basato su percorsi di presa in carico, riabilitazione e integrazione sociale realizzati sul territorio, dai servizi organizzati nei Dipartimenti di Salute Mentale delle ASL.
Anche se l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto l’importanza della legge 180 e considera l’esperienza avviata da Basaglia come uno dei punti di riferimento più importanti per comprendere la psichiatria attuale, è anche vero che, a distanza di 45 anni, l’esperienza è stata sostanzialmente limitata alla nostra nazione, dove peraltro la salute mentale rimane ancora un settore in cui le politiche sanitarie investono risorse limitate. Il passaggio dal manicomio ai servizi territoriali rappresenta infatti solo un punto di inizio e deve andare di pari passo con una presa in carico individualizzata, multiprofessionale, incentrata sulla persona, all’interno della comunità di appartenenza.
La legge Basaglia in un certo senso ha realizzato molto di quello per cui era nata, restituendo diritto di cittadinanza alle persone che vivono l’esperienza del disagio mentale: con la legge Basaglia, quelle persone che prima dicevamo senza diritti e senza tutela oggi sono cittadini a tutti gli effetti.
“Questa legge non voleva sancire la scomparsa del disagio psichico in Italia – dirà Franca Ongaro, moglie di Basaglia – ma stabilire che in Italia non si dovrà rispondere mai più al disagio psichico con l’internamento e la segregazione.” Da questo inizio parte la strada da percorrere all’insegna della consapevolezza dell’importanza storica di questo cambiamento e dell’importanza della partecipazione di utenti, familiari, operatori e della popolazione tutta, soprattutto le nuove generazioni, per difendere quanto già conquistato e perseguire nuovi obiettivi.