Quest’anno è stato intrapreso presso il “Mah! Boh! Officina delle Possibilità” un laboratorio che ha coinvolto utenti del centro e artiste della Fondazione Jorio Vivarelli nella creazione di opere d’arte.
Era parte di un progetto più grande, dal nome “Nuovi equilibri”, tenuto da quattro artiste del gruppo “FAMA – Four Artists for a Metastable Art”: Eva Sauer, Rachel Morellet, Valentina Lapolla, Tatiana Villani. L’idea è quella di lavorare su un concetto di arte metastabile.
“Il punto di equilibrio è la soglia, il limite in cui si passa da uno stato ad un altro. Per crearne uno nuovo bisogna muoversi da esso verso un nuovo punto di equilibrio. La soglia è il punto in cui l’equilibrio vecchio è rotto e solo in quel momento ne può nascere uno nuovo” spiega gentilmente Tatiana Villani. “Tutti i laboratori erano basati sull’equilibrio, sulla ricerca di un equilibrio nuovo rispetto al precedente. Valentina Lapolla ad esempio creava un equilibrio diverso dal consueto immaginando di essere qualcos’altro. La mia ricerca di equilibrio era nel rapporto tra corpo umano ed elementi del giardino”. Il titolo era “Di che colore è questo contatto?”. Racconta come, con i partecipanti, si sono recati nel parco di Villa Ankuri e qui hanno realizzato una performance con tutto il gruppo che osservava l’esperienza del singolo. L’artista Edoardo Leva ha seguito l’esperienza documentandola.
“Ci siamo messi in una posizione di equilibrio difficile, appoggiati ad un elemento del giardino di Villa Ankuri, ad esempio il tronco di un albero. Il punto di appoggio per trovare un equilibrio poteva ad esempio essere sulle mani. Ho posizionato tra le mani ed il tronco un pezzo di creta. Quindi tronco, pezzo di creta, mani del partecipante, che ha cercato un nuovo equilibrio precario, nel quale era sostenuto dall’altro, altrimenti sarebbe caduto. Non è solo equilibrio con te stesso, ma tra te ed un altro elemento. Si viene a creare un nuovo equilibrio, che in parte rimane impresso nella creta. Su di essa da una parte vi è l’impronta dell’elemento naturale, dall’altra quella delle mani oppure alcuni hanno usato il viso, la fronte, il gomito, il piede, ognuno sceglieva il suo. La creta è essa stessa un materiale naturale. Dopo è stata cotta ed ha assunto una forma stabile, a volte quasi di una pallina, non ricercata con la lavorazione. È solo una testimonianza. Il tempo di equilibrio era breve invece il testimone dell’esercizio è duraturo, dura per sempre. La testimonianza dura, l’esperienza passa” – continua Tatiana Villani. “L’arte infatti è qualcosa di eterno, un ricordo, un dono che rimane per sempre. I ragazzi hanno visto il materiale e, nel laboratorio successivo, lo hanno anche lavorato, colorandolo.
Le foto, scattate da Edoardo Leva della performance realizzata al primo incontro, sono state selezionate insieme ai partecipanti. Nel secondo incontro i partecipanti hanno colorato la creta, ognuno con il colore scelto per sé. Ogni scultura in creta, che era stata il punto di contatto per trovare un equilibrio, è stata fotografata e dopo le foto sono state selezionate. “Ognuno è stato performer del suo pezzettino. La performance, l’azione erano al centro del lavoro” racconta Tatiana Villani “come tutte le volte, nelle quali lavori con persone nuove, è una novità. Qualcuno è entusiasta, qualcuno è arrabbiato. Mantenere un equilibrio è difficile. In alcuni casi ho sostenuto il performer e quindi vi era un contatto fisico, questo rendeva necessario un rapporto di fiducia perché altrimenti se la persona non si fida non si lascia sostenere” ha condiviso con noi Tatiana. “È stato qualcosa di molto coinvolgente, sia per chi eseguiva l’atto della performance, sia per chi lo guardava. Abbiamo infatti scattato foto anche del processo in cui si vede il partecipante e chi lo sostiene. Lo sguardo era molto coinvolto, le foto sono nel catalogo. Quelle nella mostra ritraggono i particolari. È stato bello anche confrontarsi sulle emozioni e sensazioni nate dall’esperienza” racconta Tatiana, che ringraziamo moltissimo. Nella mostra, che sarà inaugurata il 16 novembre, presso la Fondazione Vivarelli a Pistoia, saranno esposte le foto sia delle sculture, sia della posizione di equilibrio precario.
Alessandra Giulia Romani